Pasquale Squitieri, un ricordo
18 febbraio 2017
Questa mattina, all’alba, è venuto a mancare un esponente elevato della cultura italiana: Pasquale Squitieri.
Pensatore acuto e sorprendente, ha portato sullo schermo ben 24 film e in teatro molte opere.
Grande regista e autore di rottura, mai asservito a nessun sistema, mai timoroso di divulgare il suo pensiero (e non è da tutti): un vulcano d’idee. Forte della sua tempra mediterranea, portatore di un patrimonio culturale ampio (quale rara e vivace proiezione del glorioso passato cinematografico italiano), sapientemente provocatorio, intollerante verso il compromesso, mentalmente libero. Come per i veri pensatori, è stato vittima di lobby che, in pratica, hanno spesso tentato di oscurare la prorompente potenza della sua lucida mente. Ma ha combattuto, fino alla fine. Ha fronteggiato il mondo con quell’impeto che solo un grande uomo di cultura possiede.
Ho avuto il privilegio di lavorare con lui, sia per il cinema che per il teatro, nel ruolo di scenografa. Ho avuto il privilegio di conoscerlo molto bene e di apprezzarne le elevate doti artistiche e umane. Ogni volta che lo incontravo, sui set, sulle scene, o semplicemente per amicizia, imparavo qualcosa di più. Il suo spirito di analisi critica della storia e degli avvenimenti odierni era sorprendente. Lasciava pensare a lungo, sollecitava la valutazione: e questa è la verifica della sua potenza intellettuale.
Il suo mestiere era per lui la vita. Arte vera, priva di indulgenza verso il ricavo, perfino coscientemente dura, inattaccabile.
A lui, a Pasquale, devo questo sincero ricordo.
Lavorando con lui
Questa è una divertente foto di Pasquale Squitieri risalente al 2004, mentre osservava, all’interno del Teatro Quirino in Roma, il montaggio di un impianto scenografico da me progettato.
Sempre presente, Pasquale Squitieri è stato uno di quei registi rari, determinati a seguire con attenzione ogni momento della costruzione di un progetto, cinematografico o teatrale che fosse.
Grande Maestro, che ha dato tutto alla sua arte e da cui ho appreso moltissimo.
L’opera, da lui diretta e adattata al teatro, in questo caso era Lettera al Padre, di Franz Kafka. La relativa locandina è qui accanto.
Magistralmente interpretata da Ottavia Fusco, aveva già aperto il Festival di Taormina “Taormina Arte”, sempre nel 2004.
Esperienza importante, densa di significato, che ha comportato intenso lavoro e continui confronti con la regia.
Teatri gremiti e ampi consensi dalla critica.
Le immagini che seguono riportano due degli elaborati progettuali per la scenografia.
Al di là della dei momenti di rappresentazione vera e propria, per uno scenografo (e credo di poter estendere questo mio pensiero anche ai colleghi) è emotivamente forte la fase di costruzione delle scene, ossia della traduzione pratica del lavoro progettuale.
Riporto, infine, alcune immagine di scena nel corso della rappresentazione a Taormina. Grande soddisfazione.