Architettura ed Etica
I temi scaturenti dal rapporto tra architettura ed estetica/architettura ed etica sono indissolubilmente connessi.
L’estetica in architettura non può mai essere scissa dall’etica, visto che la cura della bellezza artistica è di per sé un tema morale.
Forme, articolazioni, proporzioni e perfino il superamento delle proporzioni devono rispondere a requisiti di armonia, senza disconoscimento della natura funzionale del manufatto in ideazione. Va tenuto presente, sempre, che la creazione artistica rappresenta il segno di un’epoca per le generazioni a venire.
In questo periodo storico e soprattutto in Italia, la preoccupazione che deriva dall’assenza di fondamenta concettuali in grado di orientare le scelte architettoniche, dovrebbe spingere verso quel dibattito che ho auspicato fin dall’inizio in questo blog (Rif. Articolo Architettura Contraddetta e seg.). Bisogna generare un movimento d’opinione, destinato al raggiungimento di parametri o elementi condivisibili (e condivisi), quali punti cardine su cui fondare il presente e il futuro dell’architettura.
Questo è un tema etico, il principale, nei confronti del quale noi architetti dobbiamo essere consapevoli e agire di conseguenza.
Un tema che non si esaurisce con l’individuazione di nuovi cardini per l’architettura, da sancire attraverso un elenco di principi, ma che comprende anche successive azioni educative ad ampio raggio, nella consapevolezza che soltanto la coscienza collettiva potrà consegnare all’architettura il ruolo di promotore dell’estetica e dell’etica nell’arte. È, oppure no, la Regina?
Difatti, basti pensare a cosa è derivato, in tempi piuttosto recenti, dall’enunciazione dei cinque punti della nuova architettura di Le Corbusier. Basti riflettere sulla distorsione, ad esempio, scaturita nel tempo dall’applicazione non ragionata dei concetti di pilotis e di plan libre.
Nel parlare di questo argomento con mio nipote Riccardo, promettente futuro architetto (il mio orgoglio sta nel modo con cui questo studente di architettura si pone nei confronti di tematiche architettoniche globali), ho capito che i giovani posseggono un’apertura incoraggiante verso il futuro dell’architettura. Lui ha disquisito in merito all’attuale assenza di valori, o principi, riguardo tutte le arti: dalla musica alla pittura, alla scultura, eccetera. È vero, più che giusto. Mancano riferimenti un po’ dappertutto. Derivazione di un’epoca che paga il degrado collettivo derivato dalle produzioni frenate del dopoguerra e dall’esaltazione dell’individualismo come elemento di rottura, di alterazione della coscienza collettiva. Tutto questo senza capire che l’individualismo, inteso come espressività soggettiva, può e deve avere il suo ruolo all’interno di un contesto sano e partecipato. Qui è la vera sfida.
Proprio in questo concetto si afferma la ragione che deve spingere verso un nuovo e coerente modo di affrontare l’architettura, eticamente, così da sostenere i corretti percorsi estetici individuali e abbattere quelli derivati da esaltazioni prive di elementi fondanti.
Sto riflettendo. Presto enuncerò alcuni principi che riterrò basilari per la nuova architettura. Ne comporrò un MANIFESTO in bozza, tramite una pagina dedicata di questo blog, che sottoporrò alla discussione di tutti coloro che vorranno partecipare. Confido che ne derivi un dibattito in grado di produrre un nuovo Testo Sacro dell’architettura del domani più prossimo.