Architettura e Ambiente: riduzione dei consumi
Si parla molto di economia verde, si parla molto di energie rinnovabili, si parla molto di riciclaggio dei rifiuti. Sì che se ne parla, ma in che termini? Nei precedenti articoli ho cercato di accendere una lampadina sulle contraddizioni concettuali e reali che sottostanno questi scottanti argomenti. Resto sorpresa nel constatare che i cittadini non si soffermino a riflettere e abbraccino ogni apparentemente risolutiva proposta come rientrasse nella sfera della fede. Di qui e per esempio, andrebbe attentamente analizzata la demonizzazione del nucleare, le rivolte popolari, i luoghi comuni che ne sono derivati: tutto senza la corretta conoscenza. Ma è tema lungo e complesso.
Non si parla molto, devo constatare, di riduzione dei consumi, benché sia il terzo caposaldo dell’economia verde. Il perché io l’ho in mente. Basta riflettere un po’. In un contesto internazionale fondato sul consumismo sfrenato, quale contributo verrebbe dalla riduzione dei consumi ai colossi delle produzioni?
Mentre gli altri due temi – energie rinnovabili e riciclaggio dei rifiuti – contengono le fondamenta per nuovi e più importanti affari, non è così per la riduzione dei consumi. Qui ci sarebbe un’inversione di rotta e, naturalmente, non conviene.
L’ambiente, divenuto anch’esso una fonte affaristica, non riesce ad affermare il ruolo prioritario che sta nel suo stesso significato. Sorpassato dal talento del denaro, direi ormai incluso in questo, paga a caro prezzo la sua sopravvivenza.
Dunque mi è difficile trattare un tema così importante, quello della riduzione dei consumi, in un contesto talmente squalificante. Cosa potrei dire, oltre il suggerire di contrarre i consumi a ciò che realmente appartiene ai bisogni, senza sprechi, con quella coscienza che dovrebbe stimolare l’uomo al rispetto della sua casa comune?
Il concetto di Sir Charles Bell, secondo cui siamo tutti interdipendentemente intrappolati, uomini, animali e piante, nella magnificenza e nella tragedia della nostra terra, verrebbe forse in aiuto?
Come sempre, confido nella buona architettura (priva di sprechi derivanti da lavorazioni e impieghi superflui e inadeguati), affinché la sua magica mano possa intervenire a vantaggio di un mondo migliore.